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Il computer

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Negli ultimi anni si è visto l'industria del computer evolvere in rapidissima crescita, tanto che oggi moltissime persone lavorano nel campo dei computers, microcomputers ed accessori vari.
La giustificazione di questa crescita fenomenale è dovuta al fatto che, in pochissimo tempo dalla sua nascita, il computer si è dimostrato di una utilità grandiosa in ogni campo applicativo, per cui, dalla piccola industria, al grande magazzino fino alle più sofisticate attrezzature militari e civili, tutto ciò che è problema di calcolo, di gestione, di controllo viene oramai affidato a queste macchine.

Del resto, c'è stata una spinta molto forte all'espansione del mercato degli Home (o personal) Computers per la gestione degli affari domestici.
Dunque, tutti noi sappiamo perlomeno che cosa è un computer, nel senso di conoscere che esiste una macchina capace di svolgere calcoli complessi in maniera molto veloce, e non solo questo...

Ma come si è arrivati a questo?

Il primo "computer" disponibile nella storia dell'uomo fu senz'altro l'abaco.

E' con questo strano aggeggio, che forse molti di voi non hanno mai visto e tantomeno... ricevuto in regalo, che si realizzò il calcolo aritmetico per un bel pò di secoli.

Le macchine calcolatrici comparvero nel diciassettesimo secolo, per opera di Blaise Pascal, il quale introdusse un prototipo, la "Pascalina", che poteva compiere addizioni e sottrazioni per mezzo di ingranaggi meccanici.

Sebbene le procedure fossero abbastanza semplici, la macchina si dimostrò incompleta in quanto le moltiplicazioni, per esempio, potevano essere eseguite solamente sotto forma di ripetute addizioni.

Solo nel 1671 un altro grande dell'epoca, Leibnitz, progettò una macchina che eseguiva anche moltiplicazioni, avendo solo aggiunto altri tipi di "ingranaggi" al meccanismo inventato in precedenza.

In ogni caso le computazioni erano abbastanza "scoccianti" in quanto la macchina era molto limitata e poi c'era sempre l'intervento umano che poteva introdurre errori.

Dopo che si fece, negli USA, il censimento del 1880, ci si accorse che il tempo, per l'esame e la computazione di tutti i dati, era stato così lungo che, finito il lavoro, i dati non erano più da considerarsi attendibili!

E ancora, il sempre più veloce espandersi della ricerca scientifica, portò alla luce un problema grave: moltissimi traguardi dovevano essere posticipati in quanto, il tempo di soluzione dei problemi matematici (usualmente la risoluzione ripetitiva, con molteplici parametri, di formule complesse) era enorme, se l'uomo doveva sobbarcarsi il lavoro di risoluzione stesso.

Nel 1887, Hermann Hollerith realizzò, dopo averla ideata, la famosa scheda perforata e fondò una compagnia, la Tabulating Machine Company che, qualche anno dopo, avrebbe costituito il nucleo della IBM.

Furono così ideate macchine meccaniche, capaci di riconoscere il "dato" perforato sulla scheda e, anche grazie all'introduzione di comandi, come attuatori elettrici (motori, magneti e poi relè), si poterono risolvere semplici problemi di controllo, con discreta facilità e buon risparmio di tempo.

Il primo calcolatore

 

Nel 1937 un certo prof. Howard Aiken, dell'Università di Harvard, propose alla IBM (che già si era fatta un nome nel campo della meccanizzazione con l'uso di schede perforate) la costruzione di una macchina che sarebbe stata capace di svolgere, in modo automatico, sequenze di calcoli.

Il calcolatore realizzato fu il Mark I, completato, nel 1944, dai tecnici dell'IBM diretti dal prof. Aiken. Era un calcolatore elettromeccanico, con logica a relè, di notevoli dimensioni. Gran parte del meccanismo si basava sull'uso delle tecniche di scheda perforata sviluppato fino ad allora.
La macchina servì all'ufficio anagrafico come pure al ministero della difesa fino alla seconda guerra mondiale, per il calcolo di traiettorie di proiettili, ecc. ecc.

I computer della prima generazione elettronica

 

Ci fu un notevole balzo in avanti nella ricerca solo quando nel 1943 Eckert e Mauchly, della Università di Pennsylvania, cominciarono a pensare ad una macchina per il calcolo automatico che usasse, come elementi di commutazione ed attuazione, i più moderni "tubi" elettronici, cioè le valvole.
Fu realizzato, nel 1946, il primo vero e proprio calcolatore elettronico, che fu chiamato ENIAC (da Electronic Numerical Integrator and Computer), per svolgere funzioni di calcolo a scopo militare. Era lungo 30 m, alto 3 m, conteneva 18000 tubi elettronici ed il consumo superava i 100 kW.

Con l'IBM 604 del 1948 e l'UNIVAC del 1951 inizia la produzione industriale dei computer.

Essi vengono detti della prima generazione, intendendo con questo che usano i tubi elettronici (le valvole), e non relè meccanici, come componenti fondamentali dei circuiti logici.

I computer della seconda generazione

Nel 1950, apparvero i primi transistori a giunzione e rivoluzionarono l'elettronica di quei tempi.

Dalle valvole, si passò in un baleno all'uso dei transistori come elementi attivi, poco ingombranti e di bassa dissipazione, nella struttura dei nuovi calcolatori digitali, che presero il nome di "Computer della seconda generazione".

La prima macchina transistorizzata fu prodotta dall'IBM nel 1959.

I computer della terza generazione

La terza generazione corrisponde all'introduzione nel computer dei circuiti integrati.

Nel 1965, quindi, la IBM introdusse la famosa serie 360, e cioè i calcolatori che impiegavano i nuovi circuiti integrati in sostituzione di un considerevole numero di transistori.

Nel 1970 sono impiegate, nel sistema IBM 370, le prime memorie a semiconduttore.

I computer della quarta generazione

Ormai sappiamo cosa sia un "IC" o Circuito integrato che dir si voglia, e conosciamo pure le velocissime innovazioni della tecnologia del settore: ormai Integrazione a Media Scala (MSI) e Integrazione a Larga Scala (LSI) non sono più dei problemi, ed è facile produrre integrati molto complessi.

Ecco, quindi, che la quarta generazione di computer è caratterizzata dall'introduzione del microprocessore, e cioè un integrato complesso che racchiude in sé tutti i blocchi che formano la CPU (Unità di Calcolo, decodificatore delle istruzioni, contatore di istruzione, buffers, registri istruzione corrente etc.), che costituisce il cuore del computer.

Un microprocessore, quale un Z80 o simili, poteva avere una potenza di controllo tale da battere di gran lunga quella di CPU appartenenti a calcolatori comparsi sul mercato negli anni '60.

Fino ad allora, minicomputer, mainframe e supercomputer potevano occupare uno spazio variabile da quello di un grosso armadio fino ad un'intera stanza.

Con l'arrivo del microprocessore, si vede la nascita del microcomputer, cioè un computer con un ingombro ridotto e di costo abbastanza limitato da poter essere acquistato ed utilizzato da un utente comune.

I primi microcomputer potevano essere indirizzati più agli hobbysti elettronici che ad altri, perchè erano spesso soltanto delle schede elettroniche con il microprocessore ed i componenti in kit di montaggio.

Alcuni microcomputer venivano forniti con la scheda madre con processore e componenti già montati. Qualcuno aveva anche una tastiera alfanumerica.

Con l'introduzione dell' Intel 8080, nel 1974, ebbe inizio una rivoluzione straordinaria in questo settore.

 

Nel 1976, Steve Jobs e Steve Wozniak, due giovani informatici, fondarono la Apple Computer ed iniziarono, nel garage dei genitori, la produzione dell' Apple I (progettato da Wozniak).
Era una scheda madre con un chip MOS Technologies 6502, con 4k di RAM, 8k di ROM con il sistema operativo e che poteva gestire una tastiera alfanumerica e una uscita video verso un televisore.

Il contenitore non era previsto e doveva essere procurato dall'utente (a quei tempi, di legno).

Questo fu il primo vero home computer, pensato per un uso casalingo, per giochi od altro, che poteva avere anche una interfaccia con un registratore a cassette, come memoria di massa, per caricare o scaricare i programmi.

Ci fu una vera e propria rivoluzione. Tutti (o quasi) si misero a costruire home (o personal) computer, usando i microprocessori che venivano sfornati dalle varie case costruttrici (Intel, Motorola, TI, SGS, sono quelle che mi ricordo).

I modelli più famosi che ricordo erano:
Apple II, Commodore PET, Commodore VIC-20 e più tardi Commodore 64, Sinclair Spectrum, MSX, Apple Macintosh, ecc.

In quel periodo (1980 circa), anch'io volli mettere il naso sui microprocessori, comprando un libro sul microprocessore Z80 e cercando articoli nelle riviste di elettronica, per capire cosa era la programmazione.

Fu così che mi imbattei nella pubblicità del Sinclair ZX80.

Non era il massimo ma:
montava un Z80 che era quello che stavo studiando,
aveva la tastiera (vabbèh... però funzionava),
si poteva collegare ad un televisore,
aveva l'ingresso per registratore a cassette,
si programmava in Basic,
ma... soprattutto, si poteva avere in kit di montaggio.

E l'ho comprato !!!

E quante battaglie ha fatto...
per sperimentare un pò di tutto...

E successivamente, di computers, ne ho provati altri...

Nel 1981, anche la IBM decise di seguire l'onda e produsse il primo personal computer IBM PC® (PC è un nome registrato da IBM) per l'ufficio o per la casa.

Nel 1983 fu seguito dal IBM PC XT e nel 1984 dal IBM PC AT.

Da questo modello nacquero, poi, i cloni di varie marche più o meno note tuttora, fino ad arrivare ai modelli attuali che conosciamo (perchè ci stiamo lavorando sopra proprio ora).

Bibliografia:
wikipedia

 

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